giovedì 29 gennaio 2009

La lingua (sarda) delle coalizioni elettorali

Nella modesta battaglia che questo blog fa a favore della lingua sarda, si è scritto che i partiti si illudono se pensano che la questione della lingua non produca voti e si è evocata la necessità di creare una lobby per il sardo che impegni, dopo le elezioni, i neo consiglieri che alla battaglia per la sua valorizzazione ci credono davvero. Su Facebook 442 persone (a ora) si sono impegnate a sostenere "un partito che promuova la lingua sarda".
Nessun partito ha preso sul serio questo blog (e poco male) né le centinaia di elettori che li hanno sollecitati a "dire qualcosa di sardo". Tre candidati (Paolo Pisu di Rifondazione comunista, Gianfranco Scalas del Mpa, Pierpaolo Vargiu dei Riformatori sardi) hanno però sottoscritto la dichiarazione dei frequentatori di Facebook. Segno di sensibilità che va a loro onore.
E siccome le coalizioni non vengono a noi, noi andiamo alle coalizioni. Ecco, così, quel che in materia di lingua sarda c'è nei programmi che sono rintracciabili in Internet. Questo non vuol dire, naturalmente, che altri non li abbiano. Solo che al pubblico non è dato sapere.

Peppino Balia, Sdi – Non rintracciabile

Ugo Cappellacci, centrodestra – Realizzare un sistema di incentivi per la valorizzazione della lingua e della cultura a favore dell’editoria, delle arti, dell’associazionismo, del marketing, della comunicazione e informazione, della formazioni e di ogni attività che supporti il patrimonio identitario dei sardi.

Gavino Sale, Irs – Non rintracciabile

Gianfranco Sollai, Unidade indipendentista - Avviamento di un programma generale di risardizzazione che porti ad un bilinguismo reale in ogni campo, dall'insegnamento alla cartellonistica stradale, dagli atti delle istituzioni ai mezzi d'informazione sardi. Bilinguismo significa avere due lingue, quindi 50% e 50% in ogni campo, come già viene applicato in altre zone dello Stato italiano quali Val d'Aosta, Friuli e Süd Tirol e come avviene in moltissime altre parti del mondo dove i diritti delle nazioni senza stato vengono tutelati.


Renato Soru, centrosinistra - Una terra è il suo paesaggio, la sua cultura, la sua lingua, la sua storia, la sua musica. Lo sviluppo della Sardegna non può che partire dall’identità, mai autoreferenziale e chiusa verso l’esterno ma aperta e dialogante, in grado di fare valere capacità e diversità.

Lieto se, nei prossimi giorni, le altre liste daranno a tutti la possibilità di sapere che cosa vogliano fare per la lingua sarda.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Gianfranco, per quanto riguarda l'IRS, debbo constatare la loro inclinazione ad un vero e proprio caso di "folklorizzazione linguistica" dal momento che, chiunque faccia un giro nel sito, non troverà altro che i titoli delle sezioni in sardo ma nulla del contentuto che contengono, che è invece scritto in italiano. Parlando da poco col fumettista Manuelle Mureddu, fermo sostenitore del partito, ho appreso che la questione della lingua sarà prioritaria all'interno del loro programma.
Al di là della ufficializzazione di uno status linguistico complementare del sardo, nell'attesa che questo passo di civilizzazione e democratizzazione venga fatto, resta da chiedersi perchè non proporre - nei siti dei partiti che paiono aver a cuore le sorti del sardo - un verosimile repertorio bilingue, che riconosca equità e complementarietà, e ancora uno status di varietà pregiata al sardo. Naturalmente questo non è solo il caso di IRS. Presente che il (talvolta demagogico)richiamo alle origini, alla salvaguardia linguistica e, inevitabilmente culturale ed identitaria, è parte integrante del Presidente Soru e dei suoi sciacalli, perché non promuovere questo bilinguismo in potentiam direttamente nel sito della Regione Sardegna? Dall'"esilio", non potrò prendere parte alla giostra elettorale, ma osservare, questo sì, è molto più semplice da qui.
Gavinu

Anonimo ha detto...

Beh, mi scusi Gianfranco Pintore ma questo suo invito alle coalizioni a pronunciarsi sulla lingua sarda in campagna elettorale mi fa un po' sorridere, dato che le promesse elettorali sono quanto di meno affidabile esista, non solo in Italia. Chi vuole promuovere davvero la lingua sarda lo ha dimostrato nei fatti in questi anni, e chi vuole ignorarla e chiuderla dentro un nuraghe ad uso e consumo dei turisti ha fatto lo stesso. Chi è informato lo sa e sono queste cose che parlano: l'apertura degli sportelli per la lingua sarda e l’introduzione della Limba negli usi amministrativi. Poi si potrà discutere sul metodo e sull'efficacia.
Io vorrei segnalare soltanto qualche cosa di cui non si è parlato abbastanza. Esiste una biblioteca Digitale, Sardegna Digital Library, fortemente voluta dalla giunta dimissionaria, che rende fruibile gratuitamente il patrimonio letterario, culturale e artistico dei Sardi, e questa enciclopedia è in continuo aggiornamento. All’interno di essa confluisce un importante progetto che è la registrazione di ciascuna delle parlate della nostra isola. Un anziano parlante di ogni comunità è stato scelto ed intervistato per documentare la sua variante linguistica: a questo lavoro hanno contribuito antropologi, linguisti, registi, operatori degli sportelli della lingua sarda. Il risultato, che presto sarà in linea, è straordinario perché nel suo piccolo darà un’idea chiara della ricchezza e della varietà delle nostre parlate.
Per contro, se scorriamo il brillante “piano di buon governo” del commercialista di Berlusconi, che rischia di vincere le prossime elezioni, si può leggere tra le righe non solo l’abolizione della Digital Library (vedi a p. 53: “Ricondurre lo sviluppo dell’editoria elettronica e digitale nelle sedi appropriate – es. il sistema bibliotecario - assicurando il pieno rispetto delle leggi sul diritto d’autore), progetto in cui non è difficile riconoscere gli interessi dell’editore Berlusconi e dei suoi sodali, ma anche altre proposte che dovrebbero farci aprire gli occhi, come questa: “Costituire degli albi delle tradizioni popolari in campo musicale, corale e coreutico”, il che fa presagire un inaccettabile controllo dell’organo regionale sugli operatori della cultura sarda, al punto che per un cantadore o per un suonatore di organetto il fatto di non far parte di un albo (e di pagare le tasse rispettive) si configurerà come reato di esercizio abusivo.
Quanto poi alle vaghe parole da lei evidenziate nel programma di Cappellacci, “Realizzare un sistema di incentivi per la valorizzazione della lingua e della cultura a favore dell’editoria, delle arti, dell’associazionismo, del marketing”, non sfugge il fatto che non si parli mai di lingua sarda, verso la quale il centro-destra continua a provare l’orticaria, ma di INCENTIVI senza criterio destinati a editori, impresari ed artisti.
Maura M.

iRS-Nùgoro ha detto...

Nos tocat de crarire una paja de cosas, supra su negossiu bogadu a campu dae s'Anonimu.
Comente iRS tenimus unu Tzentru de Elaboradura chi traballat supra sa chistione de sa limba sarda dae carchi annu. Mancari sa campagna elettorale non siat su menzus mamentu pro faghere propustas serias, belle gai no amus a istentare meda a essire cun su progetu nostru in custa materia. Bastat de tenner passentzia e de aperrere sos ogros.
S'ateru negossiu, sa folklorizatzione de su sardu, non pertocat in peruna manera s'impreu de sa limba chi si faghet in iRS. Podet dare chi siat gai pro cussos chi faghent de sa limba unu "feticcio", chi nde faghent un'ogetu politicu de natura natzionalista oppuru rivendicatzionista. Totus cosas chi no esistint in sa teoria e in sa prassi de iRS. B'at de annanghere puru chi in su forum apertu de iRS si podent leghere arrejonadas intreas o cantos de arrejonada iscritas in sardu. Cheret narrere chi totu si faghet in iRS francu leare che a una cosa de pacu gabale sa chistione de sa limba.
A menzus biere.

Omar Onnis

Anonimo ha detto...

Medas gràtzias pro s'imposta chi m'as torrau, como apo a isetare pro biere si su discursu ch'is fachende tue si mòghet dae su situ a sa bida cotidiana.
A menzus bìere,
Gavinu

Anonimo ha detto...

E della tutela dei beni culturali ed archeologici, ne vogliamo parlare?

Marcello Madau scrive a proposito del programma di Capellacci:
"...Silenzio contro tombaroli e traffico d’arte che massacrano il nostro patrimonio, orchestrati dai grandi trafficanti e collezionisti: si sono ripetuti, sia nel precedente governo Berlusconi che in questo, i tentativi per depenalizzare tale reato. Sui livelli di tutela sulle aree soggette a disciplina urbanistica, alle quali sono pertinenti grandi complessi culturali (il caso Tuvixeddu è paradigmatico) l’azione di Berlusconi e le pagine del programma di Cappellacci appaiono eloquenti. Nel paese ci sta lavorando Luppi, e nel programma dei primi 100 giorni strategici del centro destra al governo della Regione Autonoma, che ci auguriamo di non vedere mai, si prevedono quelle procedure tecnico-amministrative tradizionalmente enunciate e predisposte – con la scusa dell’accelerazione e delle priorità di programma – per aggirare la tutela dei beni culturali e ambientali".
Maura M.

Anonimo ha detto...

Cara Maura, capisco la sua fiducia cieca nel centro-sinistra, ma che prenda come una tavola della legge divina uno scritto di Madau, non le sembra un po' troppo?
Saprebbe indicarmi dove il programma dei suoi beniamini accenna alla lotta contro i tombaroli o, senza andare così avanti, alle volontà di costringere gli amici di Madau a valorizzare i beni culturali, quelli archeologici per esempio, lasciatici dai nostri antichi e nascosti per trentanni (Statue di Monti Prama) o già da un anno come i reperti etruschi di Crocores?
Non ho mai creduto che i comunisti mangiassero i bambini; non crederò che gli anticomunisti difendano i tombaroli e vogliano distruggere i beni culturali. Neppure la propaganda elettorale dovrebbe varcare i limiti del buon gusto e del buon senso.

Anonimo ha detto...

Caro Zuanne Frantziscu,
sapevo che citare qui un giornalista-archeologo era come nominare il diavolo in chiesa. Lei ha il dente avvelenato contro gli archeologi (e per alcune cose sono d'accordo con lei), ma non può mettere sullo stesso piano l’ignavia di alcuni funzionari delle nostre soprintendenze con la politica regionale in materia di beni culturali. Le parole di Marcello Madau io mi sento di sottoscriverle, e quanto ai programmi elettorali le ripeto che per me lasciano il tempo che trovano. Quello che so è che la Giunta uscente ha dimostrato interesse per il nostro patrimonio culturale. Tutto qui, non sono una fan di nessuno. A lei forse della necropoli di Tuvixeddu non interessa granché, forse perché la ritiene estranea alla cultura nuragica, ma i tentativi di tutela della necropoli cagliaritana, sia pure inquinati da alcuni pasticci di cui avrei fatto volentieri a meno, restano un esempio di lotta all’abusivismo edilizio.
Quanto ai tristi fatti che lei cita a proposito delle statue di Monti Prama e dei reperti della valle del Tirso, io sono d’accordo con lei, ma le responsabilità dei soprintendenti (che peraltro non dipendono dalla Regione, ma dal Ministero) poco hanno a che fare con le poltiche di Viale Trento.
Maura

Anonimo ha detto...

Riguardo la necropoli di Tuvixeddu, cara Maura, stenderei un velo pietoso..
Chi è delle parti in causa che si opporrebbe alla "tutela della necropoli cagliaritana"? Che c'entra l’"abusivismo edilizio"?
La vicenda è semmai riprova di quanto supponente e sprezzante del metodo democratico e della dialettica istituzianale si sia talora rivelata la giunta uscente.
Le ripetute sentenze che hanno dato ragione all'imprersa appaltatrice sono lì a dimostrarcelo. Purtroppo, anche su questa vicenda, l'integralismo ideologico, il popolulismo, il sensazionalismo, la malinformazione montata ad arte hanno spadroneggiato.
In gioco non c'è la tutela di una necropoli, ma semmai l'opportunità di edificare lungo la via is maglias e il versante del colle che su questa si affaccia, rispetto all'ipoteri, sposata dall giunta regionale, di realizzare un parco urbano che comprendesse tutta l'area in questione, compresa quella che non esibisce alcun pregio naturalistico o archeologico. L'archeologia non c'entra assoluntamente nulla!
Se la giunta avesse perseguito da subito la strada del dialogo e della ricerca di in compromesso ulteriore, anzichè tentare di scavalcare con prepotenza diritti legittimi, acquisiti a norma di legge, forse si sarebbe potuto ragionare con l'impresa sulla riduzione delle cubature, correggere su alcuni aspetti l'intervento.
Gli unici effetti che il metodo Soru ha prodotto quali sono? Il parco archologico che oggi sarebbe stato fruibile, è ancora sottratto alla collettività; l'impresa, con anni di ritardo, costruirà comunque. La collettività dovrà accollarsi l'onere degli ingenti danni economici che la stessa, forte ormai delle sentenze a favore, non si esimerà dal richiedere.

saluti
Marco

Anonimo ha detto...

Sos de iRS ant fatu su programma puru bilingue unu in sardu e unu in italianu.
lu podides agatare innoghe:
http://www.indipendentzia.net/eletziones09/indexSRD.htm

Anonimo ha detto...

Unu faeddu ebbia:
iRS est s'ùnicu movimentu chi in cada essida pùbblica, lìtera, manifestu, mòida polìtica impreat SEMPER su sardu e s'italianu a costàgios. In prus est s'ùnicu chi usat unu sardu comunu e ortograficamente omogèneu irrichende.ddu cun totu sas allegas sardas.

Bogade.mi a campu un'àteru partidu chi ddu faghet.