giovedì 29 ottobre 2009

Quello Statuto sardo sempre più lontano e dimenticato

La commissione regionale sulle riforme è rimasto senza presidente. Mariolino Floris, che avrebbe dovuto dirigere la discussione dei commissari sulle riforme istituzionali e quella dello Statuto regionale in primo luogo, ha dato le dimissioni. Il processo federalista è in atto – è la sua denuncia – e qui tutto è fermo. Come dargli torto? Lo schieramento di centrodestra cui Floris appartiene ha avuto la non banale intuizione di appoggiare la proposta di Nuovo statuto speciale, sa Carta de logu noa de Sardigna, subito dopo l'affossamento della Consulta voluta da Soru.
Si trattava di un club di saggi che avrebbe dovuto essere incaricato di scrivere la Carta fondamentale della nostra autonomia. Il centrodestra capì allora come più dello strumento per elaborare uno statuto fosse importante elaborarlo per poi presentarlo alla discussione dei cittadini sardi e alla conseguente sottoscrizione di una proposta di legge di iniziativa popolare. “E' necessario dare voce al popolo sardo perché, alla fine di un profondo dibattito, consegni ai Parlamenti della Repubblica e della Regione la sua volontà di acquisire tutti i poteri e tutte le competenze di cui ha bisogno per trasformare la Sardegna in una terra prospera” era scritto nell'appello poi sottoscritto dai presidenti dei gruppi del centrodestra in Consiglio regionale, oltre che da numerosi membri del Parlamento italiano.
La proposta del Comitato tale era, una proposta cioè da sottopporre alla discussione, alle critiche, ai miglioramenti di chiunque avesse voluto prender parte a un processo davvero esaltante. Vinte le elezioni, per bocca del presidente della Regione, il centrodestra ha assunto l'impegno di aprire una stagione costituente tenendo conto anche di quel progetto che aveva sottoscritto. Sono trascorsi nove mesi dalle elezioni e quasi otto da quell'impegno programmatico. In tutta onestà, nessuno può dire che sono troppi otto su sessanta mesi di durata di una legislatura. Ma il clima politico non è di quelli che fanno presagire un recupero.
Io non so che cosa abbia spinto Mario Floris a scrivere che “sono venute meno le condizioni politico-programmatiche che mi avevano fatto accettare l’incarico” di presidente della commissione riforme. Non so, cioè, se egli abbia sentore che il problema non sono gli otto mesi trascorsi invano, ma altro. Provo a immaginare che cosa sia questo “altro”. A cominciare dal fatto che si sia ripreso, come è successo nella passata legislatura, a parlare più di strumenti per scrivere che del che cosa scrivere. Ognuno capisce che quando si pone una questione del genere, la voglia di affrontare le questioni di sostanza non è poi così lancinante.
Fatto sta che prima i Riformatori (che pure avevano sottoscritto la proposta del Comitato) e poi il Psd'az (che a elaborare la proposta non aveva voluto partecipare) hanno rilanciato l'idea di affidare la scrittura della Carta fondamentale ad una Assemblea costituente. I sardisti, in più, hanno preteso che la creazione della Costituente facesse parte del programma di governo. L'idea è ottima in linea di principio, diventa dilatoria se si pensa ai tempi necessari perché sia realizzata. Se anche la Corte costituzionale non bocciasse una legge sarda in merito, passerebbe troppo tempo.
A questo si aggiunge che. non so se d'accordo con il suo partito, Paolo Maninchedda ha bocciato la proposta del Comitato per lo Statuto, definendola “inadeguata e arretrata, nella concezione e nell’articolazione”, senza dire quale potrebbe essere un'altra adeguata e avanzata. Non lo ha fatto nel momento della critica, ha continuato a non farlo nei giorni successivi, impegnato com'è a prendere le distanze dalla maggioranza e, non immotivatamente, dall'assessore della Culture. Sono tensioni all'interno della maggioranza, come spesso accade quando sono alle viste nuove importanti elezioni come quelle della Provincia di Cagliari. Insomma, non è il clima più adatto per mettersi a discutere di Nuovo statuto. Spero proprio di sbagliarmi, ma l'avvertimento implicito nell'atto di Floris non sarà in grado di accelerare il processo.

1 commento:

Giovanni Porcu ha detto...

Ho la sensazione che l'interesse preelettorale del centro dx verso la nuova carta costituzionale della Sardegna sia fortemente strumentale perchè come tu ben dici la questione non è legata agli otto mesi trascorsi. Non vedo in nessun atto di governo e nei comportamenti con lo Stato Italiano alcuna posizione di confronto vero sui temi della sovranità e dell'indipendenza. Il dramma è che occorre prendere atto che i due partiti maggioritari in Sardegna ( ma anche in Italia ) questo problema non se lo pongono memmeno se non - appunto - strumentalmente in occasione di elezioni. A questo punto occorre misurare il vero grado del desiderio di sovranità del popolo sardo facendo diventare la proposta di Statuto elaborata - proposta di legge ad iniziativa popolare organizzandosi per la raccoltaq delle firme.Ciò va preceduto da una forte campagna di sensibilizzazione e informazione che faccia uscire questa proposta da una ristretta elite per farla diventare davvero la proposta del Popolo Sardo. Forse ha ragione Mario Carboni quando dice di dover aspettare le prossime elezioni sperando in una grande affermazione della Lega. E' una sconfitta di chi come molti di noi ha creduto nei valori del federalismo e della sovranità da prima che la Lega esistesse. Ma tant'è. Chi è causa del suo mal........