venerdì 9 luglio 2010

Ardia-guardia a chi?

di Efisio Loi

Sul fatto che ‘ardia derivi da bardiare, nel senso di sorvegliare, far la guardia, pare ci sia un accordo di fondo. Cosa c’entri Santu Antine con questo “servizio di guardia” risulta meno facile da giustificare e rende i pareri più controversi.
Intanto, se al servizio di sorveglianza si aggiunga l’aggettivo, militare – in modo che diventi guardia o presidio militare – , il nome di Costantino, vincitore di Massenzio, prende maggiore consistenza esplicativa e il suo “In hoc signo vinces” assume un preciso significato nel contesto.
Che i meriti dell’imperatore dell’edito del 313 siano notevolissimi agli occhi della Chiesa è un altro fatto su cui regna pieno accordo. Due, però, sono le cose che mal si accordano con Costantino Prima Bandela, bandiera primigenia, dell’Ardia.
In primo luogo non è un santo universalmente riconosciuto come tale – forse lo è solo da noi in Sardegna – eppure il parroco di Sedilo, e quindi la Chiesa, ha un ruolo determinante nel selvaggio e avvincente rodeo: è lui che sceglie e nomina ogni anno, sa prima bandela, con un rituale meticoloso nella sua sacralità, scandita da momenti preparatori in importanti festività religiose.
In secondo luogo, i fatti di Ponte Milvio, avranno avuto grande risonanza entro i confini dell’impero, ma che ne abbiano avuto altrettanta, in una terra ai confini con la Barbagia dove fino ai tempi di Gregorio Magno si continuavano ad adorare ligna et lapides, può lasciare qualche dubbio.  
Si potrebbe scorgere nell’Ardia sotto l’egida di San Costantino, un tentativo di sostituzione, riuscito solo in parte – un santo non santo –, di una divinità pagana con un santo cristiano, fenomeno diffusissimo e ben documentato. Se è spiegabile il buon viso a cattiva sorte della Chiesa che, non solo accetta una figura fuori dai canoni, (vuoi mettere un San Giorgio vincitore del Drago, o lo stesso San Paolo, per di più munito di spada?) ma addirittura sia costretta ad una campagna promozionale nei confronti di un succedaneo, magari del tutto sconosciuto, solo perché lo spirito guerriero di quelle popolazioni altro non avrebbe accettato che non fosse un condottiero vincitore, – se tutto ciò è spiegabile – rimane tutto da spiegare il significato dell’Ardia in sé.
A cosa si faceva la “guardia”, ben prima di Costantino, al di qua del corso del Tirso, linea di demarcazione fra le fertili colline dell’alto Oristanese e le prime aspre giogaie del Gennargentu e le Barbagie?
Se scendiamo appena più a sud, non molto lontano abbiamo Fordongianus, Forum Traiani, presidio militare strategicamente identico, mantenuto dal periodo imperiale fino a tutta la dominazione bizantina. Le sue truppe, suddivise in due corpi distinti, i limitanei e i comitatenses, assolvevano al compito di “guardia” del limes. I primi, con radicamento nel territorio, facilitato dalla concessione di terre ai militari, combattevano per Cesare ma anche per la propria famiglia e i propri beni, mentre i comitatenses erano una sorta di unità mobili, di pronto intervento nei punti in cui il confine, sa lacana, fosse stato violato.
Procedendo in direzione sud-sud-est, non lontano si trova Escolca, sotto la giara di Serri, a poca distanza dalla ferita profonda del Flumendosa che separa il Sarcidano dalla Barbagia di Seulo. Escolca è un termine bizantino che significa ancora “guardia”, presidio, luogo di osservazione.
Tutto quindi riconducibile alla classicità antica e alla più tarda età di Bisanzio in cui si illanguidiva il millenario potere di Roma? Sembrerebbe di sì, ma su quella stessa linea che fronteggia la Montagna, il Gennargentu, si attesta una serie di nuraghi polilobati, a “profilo curvo-rettilineo” che vanno dall’Arrubiu di Orroli al Noltza di Meana, passando per il nuraghe Adoni di Villanovatulo, su Idili di Isili, Genna ‘e Corte di Laconi.
Al di qua di questa linea, verso i Campidani, è tutto un fiorire di nuraghi polilobati, complessi, ricchi possiamo dire; al di là, solo pochi nuraghi, per lo più monotorre. Segno, questo, di ieratica austerità o di più prosaica povertà? Ma non finisce qui! Lungo la stessa direttrice segnata dai due maggiori fiumi sardi, il Tirso e il Flumendosa, partendo questa volta da latitudini più meridionali, c’è l’allineamento portentoso di Menhir e Statue Menhir che vanno da Goni fin oltre l’Alto Oristanese, passando per il Sarcidano, il Mandrilisai, il Barigadu. Anche questi segni di confine? Lacanas da difendere? Due mondi a contrasto? Due Sardegne diverse, fin dai lontani tempi del Neolitico?

4 commenti:

Grazia Pintore ha detto...

Più leggo articoli sulla Sardegna e più mi rendo conto come sono stata presuntuosa con i miei amici toscani quando dico loro che conosco bene la Sardegna.Niente vero,la conosco proprio poco e l'articolo di Efisio Loi è veramente bello,mi fa venire la voglia di superare tutte le mie ritrosie emotive e correre in patria e visitarla con tutto l' amore che traspare in questo articolo.Quale sarà il motivo per cui,noi sardi,siamo così legati a questa terra rude ed affascinante?

Grazia Pintore ha detto...

Che bello sarebbe essere accompagnata da voi esperti,che conoscete la Sardegna sopratutto dal punto di vista archeologico,a vedere tutti i reperti conosciuti da pochi!In questo momento mi viene in mente un posto meraviglioso che vidi 35 anni fa:una spiaggia"foghe" raggiungibile solo dall'alto,vicino a Tresnuraghes.Scendendo,scendendo arrivammo in questo paradiso terrestre che,vicino al terreno aveva una specie di tettoia naturale dove una famiglia sarda,immigrata a Milano,si era fatta una specie di casetta con il tetto naturale e tende,fatte con lenzuoli,e passavano l'estate,con i loro figli in un posto meraviglioso,altro che costa smeralda!Inoltre mangiavano ricci che si trovavano,in gran quantità in quel mare.Chissà se la mano dell'uomo è riuscito a distruggere quell'oasi di pace.

Lisa M ha detto...

anche al mio paese, santu lussurgiu, si fa l'ardia... intesa come "guardia a cavallo", in onore di un santo. I cavalieri al galoppo percorrono alcune stradine in circolo attorno alla chiesa, bandiere in pugno. Ovviamente c'e' qualche relazione con l'ardia di sedilo, che non e' pero' l'unica, e quindi ARDIA==SANTU ANTINE non mi sembra una equazione ovvia...

elio ha detto...

@ Lisa M.
Per Sedilo, sì.
Quel che importa, però, non è tanto il santo cristiano che ha sostituito il nume originario, quanto il significato che l'Ardia aveva in origine. Quale?