giovedì 12 maggio 2011

Delle scorrettezze di Blasco Ferrer e dell'origine degli insulti

Caro Gianfranco,

ti mando questo post per segnalare il fatto che uno dei corsisti del Secondo Corso di Epigrafia nuragica mi ha portato le scuse di una docente cagliaritana che, per un certo tempo, ha avuto da ridire nei miei confronti circa una mia dichiarazione sulla voce "hogyhano", voce che io avrei fatto derivare, per dichiarazione del sig. Blasco Ferrer, dal protosemitico (sic!).

Le scuse erano dovute al fatto che, invece di controllare la fonte diretta della (presunta) sciocchezza, la suddetta docente, con leggerezza, si era basata esclusivamente su di una frase scorretta quanto velenosa dell'autore del libro sulle (presunte) origini del paleosardo.

Ora, il sottoscritto della incredibile panzana niente sapeva anche perché per norma non ama leggere e neppure consultare testi di boriosi e presuntuosi linguisti, tanto più se già dalle prime battute intitolano i loro libri con espressioni da prodotti di supermercato come "risolto il rebus" o si lasciano andare, già dalle prime battute, a vele spiegate, ad auto incensazioni sulla bontà del metodo proprio (naturalmente "unum verum et bonum") e viceversa a tentativi di liquidazioni impietose di metodi di studi e di analisi altrui che altro torto non hanno avuto se non quello di essere "datati" e di credere anch'essi, talvolta, alla loro intangibilità e quasi santità nell'approccio scientifico.

Non voglio farla lunga (anche se potrei, nel mio piccolo, entrando nel merito dello studio sul sardo e sul basco, letteralmente campato per aria e, soprattutto, sulle amenità circa la scritta di Aidu Entos di Bortigali) e quindi ti sottopongo il passo del libro (non lo cito perché universalmente conosciuto da tutti, anche dalle casalinghe) del signore suddetto, assurdo motivo dell'inganno per colui che si è scusato: "Fra i candidati alla damnatio memoriae eccelle, per ambizioni iconoclastiche e disprezzo accademico, il volume di Gigi Sanna (2005), nel quale, fra tantissime eresie, il lettore apprenderà che il sardo ocru, ogru, ogu non deriva dal lat. OC(U)LUM, come tranquillamente registrano Meyer-Lübke, Wagner e qualsiasi Romanista anche agli inizi degli studi, bensì dal protosemitico (?) /hogyhanu/".


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13 commenti:

francu ha detto...

Il tuo dire, caro Gigi, è basato sulle logica stringente dell'evidenza, dei documenti, della verità.
I discorsi di Blasco poggiano su altre "logiche".
Chissà perché mi è tornato in mente un alunno che in classe scorreggiava di continuo e, ad ogni sbuffo, si alzava immediatamente e chiedeva: chi ha scorreggiato?
Troppo tempestivo: l'odore l'aveva percepito solamente lui.
Ma poi la puzza si spandeva e, alla fine, tutti voltavano la faccia dal'altra parte e si tappavano il naso.

alberto areddu ha detto...

Sì in effetti Blasco ha letto frettolosamente (ma almeno qui ha letto); se poi abbia ragione a pensare che da una (e a quel che capisco, una sola) eventuale attestazione di tale Hogyhano si possa ricavare d'amblée la certezza che esistesse una parola consimile alla latina oculus, su questo credo abbia ragione lui; inoltre la base ie. è *ok-w e la labiovelare non vedo casi dal Pokorny,775-777 (se non nelle l.germaniche) che sonorizzi in -g-. Al contrario H. mi solleciterebbe un confronto fonico con alb. hotxe/-a 'prete mussulmano', che però è un turchismo (in italiano [hoja] è divenuto anagraficamente Oxa, ricorderai la cantante.)

el-pis ha detto...

Avete pensato all'assonanza
col sardo OCCHIO = OCRU-OJU-OGIU
OCRIANU=INVIDIOSO.

el-pis ha detto...

Pro ite non bi sun prus sos cumentarios,
"S'ocrianu" at fertu?

zuannefrantziscu ha detto...

Prima che Blogger smettesse di funzionare per quasi 24 ore, questo articolo aveva ricevuto due commenti.
Alle 17.47 del 12 maggio illiricheddu ha scritto:
Sì in effetti Blasco ha letto frettolosamente (ma almeno qui ha letto); se poi abbia ragione a pensare che da una (e a quel che capisco, una sola) eventuale attestazione di tale Hogyhano si possa ricavare d'amblée la certezza che esistesse una parola consimile alla latina oculus, su questo credo abbia ragione lui; inoltre la base ie. è *ok-w e la labiovelare non vedo casi dal Pokorny,775-777 (se non nelle l.germaniche) che sonorizzi in -g-. Al contrario H. mi solleciterebbe un confronto fonico con alb. hotxe/-a 'prete mussulmano', che però è un turchismo (in italiano [hoja] è divenuto anagraficamente Oxa, ricorderai la cantante.)

Alle 19.05 dello stesso giorno Atropa Belladonna ha scritto:
Rovesciamo il ragionamento: a parte che le attestazioni sono almeno due- se ben ricordo- anche solo una dovrebbe far sospettare a Ferrer che il suo paradigma è in crisi; perlomeno dovrebbe-a mio parere- avere l' umiltà di discuterne e non far la voce grossa senza neppure sincerarsi di quello che c'è scritto nella fonte (ammesso che sia in buona fede, cosa di cui dubito a causa del linguaggio insultante che ha utilizzato).
Quando si pubblica un libro bisogna stare molto attenti, perchè il dibattito è giocoforza dilazionato e non immediato come può essere qui, quindi l' interessato può accorgersi dell' errore dopo molti anni o mai.
Sul linguaggio insultante ed inteso a screditare non commento, sai bene come la penso: fossi un editore dalle mie sgrinfie non passerebbe di certo. Da un docente unversitario poi non è neppure pensabile.

Anonimo ha detto...

Il problema non è la velare sonora, caro Illiricheddu (anche tu 'leggi male' perché nella pagina dico che la voce è attestata due volte, come riferisce Aba, che è molto meno frettolosa e mi conta anche le virgole) e neanche 'leggere male'; il problema di questo supponente è che è anche recidivo come ' aggressore', senza motivo alcuno. Chi cavolo è e chi e dove mai l'ha cercato! In un numero della rivista Paraulas di Franco Pilloni di qualche anno fa era stato già bollato circa le sciocchezze dette a vanvera (il sottoscritto, secondo lui, si interessava di ...grammatica del paleosardo, confondendo il sostantivo plurale greco 'grammata' (i segni) con 'grammatica' (a bellu puntu seus!). Ed era stato avvertito perché non osasse mescolare ciò che non andava mescolato; infatti, in occasione di una sua filippica sull'Unione Sarda contro i 'dilettanti' di varie discipline, aveva tentato di accostare il sottoscritto (pur non citandolo, ipocritamente) a persone che trattano e conoscono la filologia (e la toponomastica!) come io tratto e conosco lo yupik writing dell'Alaska (dette persone sostenevano, così mi pare di ricordare, che il toponimo S'Uraki derivava, addirittura, dal mesopotamico Uruk!).
Come si vede è lui che si scava la fossa circa la 'damnatio'. Parola dalla quale freudianamente è ossessionato sino alla follia. Cerchi di raggiunger il suo di Nobel. Io ed Aba, com'è noto, ce lo siamo già guadagnato da tempo. Lui stila la classifica dei candidati all'oblio! Non sarà che muore per l'invidia! Non sarà che ci vuol far fuori perché ne vuole due?

Anonimo ha detto...

Le scuse? Non farmi ridere! Quelle che mi ha fatto, da anni, pubblicamente, il 'linguellista' Paolo Benito Serra per le tavolette di Tzricotu, con l'ugaritico messo a testa in giù? O quelle pubbliche, non per me ma per tutti i Sardi, del d'Oriano che ha preso per autentiche scimmie i nostri progenitori? O quelle della Fadda per aver scambiato il santuario fallico divino di Gremanu per un edificio di culto di pianta rettangolare? O le scuse pubbliche di chi scambia tori per pecore al pascolo? Pesci protosinaitici per simboli giudaici? SheRDeN per MeRDeN? Decorazioni per lettere alfabetiche? Bipenni per 'brassard'? Navicelle per lucerne? Chiese per fortezze? Statue nuragiche per simboli del 'romanticismo' sardo del VII secolo a,C.?......
E chi mai ha chiesto, almeno una volta, scusa di tanta indecente 'spazzatura'? Chi mai si è accusato di 'autocialtroneria?' Chi mai si è messo la cenere in testa?
Sì, non farmi ridere, cara Aba. Errata corrige? Una Mongolfiera prima preferisce gonfiarsi sino all'inverosimile e poi nell'iperuranio scoppiare: da nobile aristocratica Mongolfiera.

alberto areddu ha detto...

Se può far piacere a Sanna: qui http://www.bolotana-comune.it/Avvenimenti%20culturali/QUADERNI/TESTI/INDICI%20QB.pdf
mi hanno messo in mezzo, ma non mi sono fatto incastrare e sbattendo fortemente le ali tra le due altre croci, mi son librato via in cielo. (ecco il perchè della gif animata) Risorto? mah. Riconsiglio anche a te di cercare gli specialisti italiani ed esteri che possano vidimare la bontà dei tuoi studi

Anonimo ha detto...

Arriveranno, arriveranno! Ma senza leccare il fondo del lato B a nessuno. Mica sono il 'democristiano' io!
Presuntuoso? No, presuntuosa è Monna Verità. Anche se 'la mettono in mezzo' e cercano di tarparle le ali. E chi poi! I Cormorani brutti e sgraziati che volano a stento a pelo d'acqua. E che non sanno e mai sapranno che cosa è il cielo se non guardandolo specchiato.

Stella del Mattino e della Sera ha detto...

I 7 nani che cantano, ogni mattina: "ANDIAM, ANDIAM, ANDIAMO A DIFFAMAR! LALLA'LALLALLA' LALLA'LALLA'! Con pale e con picconi noi ogni dì veniamo qua. E' il tipo di lavoro che ci dà felicità!"
Essi rispondono al nome di: Minojolu, Boicheddulo, Alfstiglitzu, Paololo, Madaulolo, Usaiolu, Ferrerolo
A turno interrogano lo Specchio delle Idee, Piermont Purgant, per capire chi sia il più astuto del reame, ma lo specchio è in preda ad una grave crisi indecisionale. Si decide, all' ultimo, per Rubensneve, che si fa vedere poco ma sa molto o forse tutto. E' però impegnato in una disputa su un anello -sigillo che doveva indossare per il baillamme ufficiale sull' epigrafia Fenicio-punitiva. Non trovandolo casca nel tranello postogli dalla strega Sannoja, che gli regala in sostituzione uno spillone nuragico. Non appena Rubensneve se lo infila nel giacchetto si punge e cade in un sonno profondo per 100 minuti. Al risveglio preferisce citofonare alla fatina Moma che accorre e con la bacchetta magica crea dalla casetta dei nani una Zucca fuoriserie, con cui Rubensneve si dà alla macchia. Inviperiti come cobra, i sette Nani ormai senza fissa dimora, iniziano a tenere conferenze itineranti e cercare consensi, ma nessuno vuole cadere sotto i loro picconi, per questo lo specchio Pierpont si affretta a rispecchiare l' unico spettatore presente 1, 10 , 100 volte e chiama la stampa. Ferrerolo, intervistato, prova una mossa disperata e tuona: "Lo spillone era nostro e la malvagia Sannoja lo ha avvelenato con l' Atropina per provocare la visione di caratteri protosemitici inesistenti nella popolazione intera!"
Questa favola non sono buono di finirla, ma forse è già finita.

francu ha detto...

Avevo scritto io il primo commento, tra un flop e l'altro del sito, dicendo che le argomentazioni di Gigi Sanna rispondono alla logica della ragione, della storia, dei documenti, mentre i discorsi di Blasco paiono rispondere ad altre "logiche", connotandolo più che come un homo logicus, come un vir loggista.

Steddu de obresciri e de scurigadroxu:
le favole hanno andamento circolare, così come circolari sono i movimenti e le opinioni dei nani che si tengono per mano allo scopo di sostenersi, di sentirsi vivi.
Come pensi che finisca la favola?
Con la solita litania che, sinché resta sincrona, è melodia, ma appena qualcuno resta indietro o diverge, diventerà cacofonia.
Anzi, caccofonia.

Anonimo ha detto...

Dimenticavo. O Illiricheddu,forse da tempo non hai acceso la radio! A proposito di esperti internazionali che possano vidimare la 'bontà' degli studi, Aba ha già riferito sull'accordo generale, sulla sintonia e sull'animità degli studiosi circa l'alfabeto di Pozzomaggiore.
Infatti per alcuni è:
1) tardo romano (iV -III secolo d.C.)
2) Neopunico ( II secolo a.C. -I secolo d.C.)
3) Fenicio punico ( VII secolo a.C. - IV secolo a.C.)
4) Nuragico dell'età del bronzo fibale ( XII -XI secolo a.C.).Per me è chiaramente l'ultimo. Ma se dovessi aspettare la 'vidimazione'
a livello nazionale ed internazionale, con un tale accordo su date e su tipologie di alfabeti, chi mai me la potrebbe offrire? Colcola, tra l'altro, che la ipotesi 1 non e nient'altro che una mafiosa imbeccata partita per telefono o per posta elettronica dalla Sardegna. Se vuoi le prove, ma 'prove prove', parlane con Aba. Hai capito o non in che mondaccio e in che prossapochismo ci troviamo in campo paleografico ed epigrafico? Comunque confido su quella che chiami 'vidimazione'. Il biglietto per il Nobel l'ho già prenotato e pagato.

Anonimo ha detto...

Da quel che vedo oggi nell'articolo di Bolognesu sulla 'verificabilità' il Blasco è proprio un patito delle scorrettezze. Ricordo che anche altri studiosi non hanno usato mezzi termini per dire che pessimo soggetto è. Ma che docente universitario è? Ma non si accorge che essere sorpresi a dire il falso è una delle cose più vergognose che possano capitare? Ma il mondo cosiddetto scientifico come fa a non censurarlo, come fa a non vergognarsi di avere al suo interno un tal soggetto con una siffatta moralità?