venerdì 21 ottobre 2011

Segni nella mente





“Quello che molti ignorano è che il nostro cervello è fatto di due cervelli. Un cervello arcaico, limbico, localizzato nell’ippocampo, che non si è praticamente evoluto da tre milioni di anni ad oggi, e non differisce molto tra l’Homo Sapiens e i mammiferi inferiori. Un cervello piccolo ma che possiede una forza straordinaria. Controlla tutte quelle che sono le emozioni..... L’altro cervello è quello cognitivo, molto più giovane. È nato con il linguaggio e in 150 mila anni ha vissuto uno sviluppo straordinario, specialmente grazie alla cultura.” Rita Levi Montalcini


"La tradizione Occidentale, come conseguenza del Dualismo Platonico e, successivamente, del Dualismo Cartesiano, ha creato una dicotomia fra le scienze dell’uomo e le scienze biologiche, contrapponendo il biologico al culturale, la natura alla cultura, i geni all’apprendimento. Grazie alle Neuroscienze, ormai nell’uomo il culturale non può essere concepito senza il biologico, il cerebrale non può esistere senza condizionamento ambientale. Scopo del convegno è quello di ricreare una visione unitaria della conoscenza umana, attraverso un percorso interdisciplinare che indaga i differenti linguaggi che la  mente utilizza per apprendere, comunicare, tramandare le infinite forme dell’esperienza umana".

Il logo del convegno, un cervello umano con impressi segni arcaici di una scrittura che ormai non ci è più estranea, ci ricorda due indimenticabili post che la dottoressa Piras ci regalò su queste pagine. Per me, che mi avvicinavo alla scrittura arcaica da un' angolazione totalmente diversa, furono sorprendenti. E' con estremo piacere che annuncio questo convegno interdisciplinare cui avrò l' onore di prendere parte, e che si continuerà con l´inaugurazione della mostra epigrafica di Macomer, il giorno 30 alle 10:30. AB

Da Sassari a Macomer: domenica 30 ottobre h 10:30, inaugurazione della I mostra didattica sulla documentazione epigrafica di età Nuragica. 





2 commenti:

Gigi Sanna ha detto...

L’altro cervello è quello cognitivo, molto più giovane. È nato con il linguaggio e in 150 mila anni ha vissuto uno sviluppo straordinario, specialmente grazie alla cultura.”


Forse ci sarebbe (in realzione all'imminente Convegno) da aggiungere all'espressione della Montalcini ...'e, in particolare, grazie alla cultura dei segni simbolici, graffiti o dipinti,che via via, millennio dopo millennio, procede verso quel complesso e stupefacente fenomeno che noi oggi chiamiamo 'scrittura'''

Gigi Sanna ha detto...

'Parce sepultis', cara Aba, te l'ho detto tante volte. Gli zombi non possono impedire che si tengano conferenze (richiestissime come sai) sulla scrittura sacra dei nuragici, che si pubblichno articoli su di essa nei quotidiani, nelle riviste, nei periodici, che si facciano delle mostre specifiche sui documenti e i segni dell'antica scrittura dei sardi, che si celebrino Convegni (come quello imminente dell'Università di Sassari)nei quali la scienza medica fa leva sull'epigrafia della Sardegna dell'età del Bronzo medio,finale e I Ferro nonchè sull'iconografia pittografica del neolitico), che si tengano corsi di epigrafia nuragica, che all'Università si svolgano corsi specifici sulla scrittura 'shardan', ecc. ecc.
Chi se ne frega degli archeologi epigrafisti della domenica? Vuoi forse tener conto dei linguellisti e dei puntalisti? Che ti cale di personaggi che scambiano documenti nuragici del 1400 a.C. per documenti giudaico -cristiani? Che confondono pittogrammi taurini con decorazioni bucoliche? Che t'importa di sciagurati che leggono i sigilli di Tzricotu mettendoli a testa in giu? Con le lettere ugaritiche capovolte? Che parlano di modani quando i millimetrici segni sono in negativo? Che t'importa di sovrintendenti che mandano al Ministero fotocopie di fotografie perchè hanno smarrito i documenti? Che depistano sui siti di rinvenimento (Puisteris al posto di sa Serra 'e sa Fruca)? Che con supponenza inaudita e arroganza incredibile osano contestare, senza contattarlo, epigraficamente luminari della scienzza come il prof. Pettinato? Che ti interessa che degli imbecilli (fiacchi di mente) affermino che i nuragici di Sant'imbenia facevano sigilli copiando maldestramente lettere scritte da altri? Che ti interessa che dei palloni immensi, vere e proprie mongolfiere, usino l'epigrafia non rispettando i rudimenti di essa, inventandosi lettere inesistenti con loro comodi agglutinamenti? Che ti interessa di personaggi, a dir poco meschini, che usano la tua corrispondenza privata e con telefonate internazionali cercano di convincere degli studiosi a dichiarare che il coccio di Pozzomaggiore è di scrittura tardo romana? Quella scrittura che invece la Sovrintendenza e i suoi splendidi funzionari epigrafisti reputano fenicio-punica? Con uno scarto di settecento anni? Che ti interessa di un sovrintendente che non sa delle sue cose museali e scrive negando, praticamente, l'esistenza della barchetta scritta fittile di Teti? Devo forse continuare con l'incipit puzzolente MRD che ha fatto, per gradazione comica sublime, il giro del mondo? Devo ancora sottolineare l'ignoranza crassa di chi scambia una lettera 'shin' per la lettera 'mem'? Devo continuare con le scritte dei vasi nuragici di S. Imbenia di Alghero ritenute fenicio puniche? Con le barchette con scrittura a puntinato ritenute romane? Con i serpentelli scambiati per Sextus Nipius? No, non continuo perchè ci vorrebbe un volume per tutte quelle castronerie. Nel quale volume ci vorrebbe, nella prima pagina, l'acuta osservazione e l'avvertimento materno della Bietti Sestrieri sulla archeologia senza prudenza, quella che potrebbe portare i sardi autonomisti, teste calde, alla deriva dei miti ariani razzistici!
I miti dei primi e dei migliori! I miti delle squadracce nazi-fasciste? Che squallore! Immensamente tragico. E fosse solo quello relativo all'epigrafia e alla conoscenza degli alfabeti arcaici!