lunedì 30 aprile 2012

Il 40% dei sardi è per l'indipendenza; il resto per la sovranità

Elaborazione dei dati dell'Unione sarda
L'Unione sarda pubblica oggi i risultati di un sondaggio curato dall'Università di Cagliari e da quella di Edimburgo e finanziata dalla Regione sarda circa l'atteggiamento dei sardi nei confronti della propria identità e del rapporto fra Sardegna, Ue e Italia. Questi sono i dati, ancora provvisori, relativi alle sei mila risposte raccolte nell'Internet, cui la cattedra di statistica ha aggiunto quelle di un campione di persone non aduse a servirsi del computer.
Il 27% si sente sardo e non italiano; il 38% più sardo che italiano; il 31% tanto l'uno che l'altro; il 3% si sente più italiano che sardo e l'1% si sente esclusivamente italiano. Quanto alla domanda su come dovrebbe essere la Sardegna, il 10% vorrebbe che l'isola fosse indipendente sia dall'Italia, sia dalla Ue; il 30% indipendente dall'Italia ma entro la Unione europea il 48% vorrebbe che la Sardegna continuasse a far parte dell'Italia ma con un Parlamento e uno status di sovranità. Per l'11% la Sardegna dovrebbe avere un Parlamento ma non sovranità e l'1% non dovrebbe avere alcun Parlamento, bastando la appartenenza all'Italia.
Qualche considerazione provvisoria, in attesa che siano pubblicati i dati definitivi, quando a fine maggio saranno elaborati dall'Università di Cagliari e da quella scozzese di Edimburgo che hanno lavorato di conserva.
1. Il 55 per cento dei sardi si sente sardo;
2. Il 40 per cento è decisamente per l'indipendenza della Sardegna e il 48% vorrebbe uno status di sovranità entro la Repubblica italiana.
3. Quel 4% che ha il suo cuore a tricolore senza altre sfumature si assomiglia molto alla percentuale del 3 per cento di coloro i quali né parlano né comprendono il sardo, come hanno rilevato le Università di Cagliari e di Sassari qualche anno fa.
4. Si riesce a capire meglio com'è che il Consiglio regionale abbia approvato un ordine del giorno che mette in discussione l'appartenenza della Sardegna alla Repubblica italiana. Nel senso che la maggioranza dei nostri deputati regionali ha avuto buon fiuto nel sentire l'aria che tira.
5. Questi dati danno conto, tuttavia, della distanza abissale che separa sentimento e coscienza dei sardi dai partiti, incapaci - salvo che per quell'odg - di rappresentarli e di trasformare in azione politica un clima politico ben più radicale di quello prodottosi nel 1984 ai tempi del "vento sardista".

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